PROGETTI

Nel 2006 a Firenze sulle sponde dell'Arno si decide con coraggio, seguendo alcuni esempi già esistenti nel mondo e solo uno in Italia (Roma), di formare una squadra di Dragon Boat per donne operate di tumore al seno. Acquisito il rosa come colore ufficiale, con il supporto della LILT, nascono così le Florence Dragon Lady (F.D.L.). Il Dragon Boat, è una disciplina sportiva che unisce 22 persone sedute in una lunga barca che con forza pagaiano all'unisono al ritmo scandito da un tamburino. Il nome deriva da una simile imbarcazione nata in Cina molti secoli fa e dall'aspetto simile al corpo di un drago. Durante le uscite ufficiali, vengono applicate anche la testa e la coda del drago aumentandone la suggestione. È uno sport molto faticoso e non scelto a caso; infatti, regala enormi benefici per ciò che riguarda la riabilitazione fisica ma anche psichica. Le FDL, si allenano duramente due volte a settimana e partecipano a gare in tornei ove sfidano altri equipaggi di donne in rosa. Spesso, sono invitate a eventi per beneficenza e forti della loro esperienza, sensibilizzano il mondo femminile sul tema della vitale importanza della prevenzione. Tutte le donne in rosa si trovano sulla “stessa barca”, il “Dragone”, come viene familiarmente chiamato, che come una madre accoglie le proprie figlie, di ogni età; le rassicura, le fortifica e regala loro emozioni forti, momenti indimenticabili fatti talvolta di lacrime; di gioia, come dopo la vittoria di una gara; di dolore, come durante la toccante “cerimonia dei fiori”. Celebrata solitamente a fine gara, trasportati da una dolce musica, i dragoni di tutti gli equipaggi si affiancano vicinissimi e dopo un momento di silenzioso raccoglimento, vengono lanciati in acqua tantissimi fiori colorati. Un pensiero per chi non ce l'ha fatta. Per amiche che hanno lasciato posti vuoti sul Dragone, ma solo fisicamente. Sin da subito, ho percepito la loro fermezza nel loro credere in ciò che fanno. La loro grinta capace di fare invidia a qualsiasi atleta e la loro disponibilità all'accoglienza mi hanno davvero stupito. Il primo giorno, dopo appena una ventina di minuti dall'essermi presentato loro, mi trovavo già seduto sul Dragone! È molto bella la percezione di forte amicizia e armonia che si prova osservandole. Tra molte di loro, sono nati legami oramai indissolubili che vanno oltre le varie attività del gruppo. Vi sono mai discussioni o screzi? Certamente, ma hanno vita breve in quanto il motivo per cui sono tutte lì, la loro esperienza comune è talmente forte e potente che una discussione ha le dimensioni di un granello di sabbia in una spiaggia. Ciò che conta veramente per loro, non è vincere una coppa, ma esserci, urlare a squarciagola al mondo la vita. Cercando un titolo per il mio progetto, un giorno decisi di fare un mini sondaggio e chiesi a ognuna di loro di dirmi la prima parola che le fosse venuta in mente pensando alle Florence Dragon Lady. Le prime due parole in cima alla lista furono rosa e forza.

DI LUCE E DI NOTE

Di luce e di note Ogni volta, vi è la ripetizione di certi attimi. Ogni volta, è come se fosse la prima volta. Le sedie e i leggii prendono i loro posti. Gli strumenti vengono liberati dalle proprie custodie di pelle e cuoio. Prima di essere sapientemente accordati, ci mostrano tutto il loro fascino con i loro luccichii e la perfezione delle loro forme. Si indossa la divisa, si ordinano gli spartiti tra due chiacchere e qualche risata per smorzare la tensione. Infine arriva “il momento”. Le luci si abbassano, il sipario si alza mostrando il pubblico che applaude. La bacchetta del direttore d'orchestra richiama tutti i musicisti alla massima concentrazione; quando il silenzio è totale, la magia si rinnova. Le prime note volano leggiadre, il concerto è iniziato. Ognuno può finalmente “alleggerirsi” ed entrare a braccetto con la musica nel mondo più elevato dei sogni e della fantasia. Pier Francesco Questo lavoro è dedicato al mio babbo.

SPHAERISTERIUM

Sferistèrio s. m. [dal lat. Sphaeristerium] Nell'antichità greca e romana, luogo annesso ai ginnasi, alle terme e alle ricche case private, in cui si giocava a palla. I sei “pallonisti” delle due squadre, vestiti elegantemente di bianco, entrano nel lungo campo dello sferisterio; ogni squadra è composta da; il “battitore”,” la spalla” e il “terzino”. Il battitore sale sul trampolino per prendere la rincorsa. Cala il silenzio tra il pubblico, la concentrazione è massima. Il “Mandarino” con un lancio calibrato serve la palla al battitore che con tutta la forza la colpisce con il bracciale spedendola nell'altro lato del campo verso la squadra avversaria. Così ha inizio una partita di pallone al bracciale. Il gioco consiste nel ribattersi una palla di cuoio da una parte all'altra usando un bracciale di legno impugnato da ogni giocatore. Il bracciale ha un peso di circa 2 Kg e consiste in un blocco unico di legno con una scavatura nel mezzo in cui si ricava l'impugnatura. Esternamente è munito di denti o punte che rendono più difficile l'indirizzo della palla. Quest'ultima, può essere fatta rimbalzare contro l'alto muro al lato del campo di gioco per rendere più difficile la ribattuta dell'avversario. Il punteggio e le regole, sono simili al tennis. Il pallone al bracciale, ha origini antiche addirittura greco-romane ma le prime regole furono definite nel “trattato del giuoco della palla” nel 1555. Nel IXX secolo, il gioco toccò l'apice del suo successo e per questo furono costruiti molti sferisteri in tante città e paesi dell'Italia centro settentrionale. I giocatori erano strapagati e idolatrati dalle folle. Leopardi dedicò perfino un'ode ad un fuoriclasse dell'epoca, tal Carlo Didimi. All'inizio del '900, con il diffondersi di nuovi sport, primo tra tutti il calcio, il gioco del Pallone al bracciale che fino ad allora era sport nazionale, sparì di scena. In molti paesi però, il gioco aveva e ha ancora radici fortissime, inestirpabili; come nel comune marchigiano di Treia. Qui ha sede dal 1992 il comitato nazionale del gioco creato per la sua promozione e grazie al quale oggi sono nati nuovi campionati nazionali riconosciuti dal Coni. Nuova preziosa linfa per questo gioco spettacolare che fa parte della storia italiana e non solo, grazie al suo glorioso passato e al suo presente. Pier Francesco Borgatti